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Cod Art 0380 | Rev 01 del 12 Feb 2015 | Data 02 Feb 2011 | Autore: Pierfederici Giovanni

 

   

LE CROCIERE DEGLI ZOOLOGI: CHARLES DARWIN E LE GALÀPAGOS

FOTOGALLERY, di Naoko Funakoshi

Nel 1831, l'Ammiragliato di Sua Maestà Britannica, organizzò una spedizione scientifica nei mari del sud America, con l'intento di rilevare l'idrografia delle coste sud americane, e di ottenere misurazioni per la determinazione delle longitudini. A bordo della nave Beagle, capitanata da Robert Fitzroy, trovò posto il giovane naturalista Charles Darwin, il cui compito era quello di effettuare osservazioni geologiche e zoologiche dei luoghi visitati. Charles Darwin
Il Beagle era una nave da guerra modesta, e per affrontare il viaggio, venne revisionata e rinnovata. Lunga 27 metri, aveva una stazza di 242 tonnellate e ospitava 74 membri di equipaggio, per cui lo spazio era davvero poco. Salpò da Devonport il 27 dicembre 1831, e toccò diverse località sino al 1836. Darwin ebbe modo così di esplorare la Pampas sudamericana, dove rinvenne numerosi fossili, vagò per le regioni Andine, dove trovò fossili di conchiglie a 4.000 metri di altitudine. Il suo interesse era principalmente rivolto alla geologia, ma poi qualcosa mutò, e si orientò verso lo studio degli animali e della zoologia.
Il 15 settembre 1835, giunse a bordo del Beagle, alle Galàpagos, dovei rimase per circa cinque settimane, fino al 20 ottobre 1835. Qui studiò la fauna locale, raccolse le famose osservazioni sui fringuelli dell'arcipelago, e iniziò a lavorare alla teoria dell'evoluzione delle specie (Sull'origine delle specie per mezzo della selezione naturale o la preservazione delle razze favorite nella lotta per la vita, pubblicato in 1.500 copie il 24 novembre 1859).
Il Beagle fece ritorno in patria, a Falmouth, il 2 ottobre 1836.

LE OSSERVAZIONI ALLE GALÀPAGOS

Charles Darwin fu il primo ad eseguire uno studio scientifico delle isole. Le Las Islas Encantandas, così dette a causa dele difficoltà per raggiungerle, causa le mutevoli e forti correnti che le lambiscono, furono scoperte casualmente da Frà Tomás de Berlanga, il 10 marzo 1535. Le isole erano disabitate, e comparirono per la prima volta nelle mappe nel 1570, nelle carte disegnate da Ortelius e da Mercatore, con il nome di Insulæ de los Galopegos, ossia "isole delle tartarughe". La storia delle Galàpagos è riportata accuratamente su wikipedia.

Le Galàpagos sono state (e sono), il luogo di notevoli radiazioni adattative (l'evoluzione di una specie in più specie, che assumono Fringuelli di Darwinmodalità di vita diverse all'interno dello stesso areale geografico), di notevole portata, come ha scritto Edward O. Wilson.
Le più importanti osservazioni di Darwin, come è noto, riguardano i fringuelli (Geospizinae). Alcune specie, alle Galàpagos, come i fringuelli raccoglitori, "rivestono" il ruolo che i Picidi (i picchi), hanno sulla terraferma, o quello dei Drepanidi (akiapolaau), delle isole Hawai.
Un solo antenato dei fringuelli di Darwin colonizzò l'arcipelago, migliaia di anni fa, per originare poi ben 13 specie, prova lampante dell'evoluzione, che Darwin prontamente, notò. E nel 1842 pubblicò sul Journal of Researches un'anticipazione della sua famosa teoria:

..il fatto più curioso è la gradualità perfetta con cui varia la dimensione del becco e delle varie specie di Geospiza. Osservando tale gradualità e diversità di struttura in un piccolo gruppo di uccelli molto affini, si potrebbe azzardare che, stante l'iniziale esiguità di specie di questo arcipelago, una di esse sia stata presa e modificata a vari fini..

I fringuelli raccoglitori di Darwin non hanno tuttavia mai completato la radiazione adattativa, poiché non occupano la stessa nicchia ecologica dei Picidi, non hanno evoluto un becco ricurvo e una lunga lingua estroflettibile per raccogliere il nettare, e non possiedono le grandi ossa spugnose e i muscoli che fungono da ammortizzatori, indispensabili per il continuo "sbattimento" del becco ed el capo sui tonchi degli alberi.

Fringuello ematofagoD'altro canto, l'evoluzione alle Galàpagos, ha prodotto un tipo unico di uccelli, ovvero i fringuelli ematofagi (immagine a sinistra), che nelle remote isole di Wolf e di Darwin si posano sul dorso delle sule, per poi staccare le loro piume e bere il sangue che ne scaturisce; oppure gli stessi fringuelli-picchio-raccoglitori prima accennati, che usano una spina di cactus o un picciolo di una foglia, per trafiggere o far uscire gli insetti che snidano dagli anfratti degli piante. Questa specie inoltre, mostra notevole intelligenza, per esempio spezza le spine troppo lunghe, ed è in grado di distinguere l'estremità appuntita. Se sbaglia, posa e raccoglie la spina usandola "per il giusto verso".
Secondo Peter Grant, tale capacità ha a che fare con il cosidetto "condizionamento operante" piuttosto che con l'intelligenza, che si basa sull'apprendimento, il che, secondo altri, richiede in ogni caso capacità intellettive non indifferenti.

 


GLI ESPERIMENTI DI DARWIN IN PATRIA

Darwin, nel 1842 decise di ritirarsi in una casa di campagna del Kent, dove trascorse quasi 20 anni ad elaborare la teoria dell'evoluzione. Qui, nel suo piccolo studio, effettuò alcuni esperimenti poco noti, anche contro il parere della religiosissima moglie Emma, volti a dimostrare la sua teoria, che avrebbe poi rivoluzionato il mondo di allora.
Il primo esperimento nacque quasi per caso, dopo aver letto una lettera del suo amico botanico Joseph Dalton Hooker.
Hooker scoprì che alcune piante che prosperavano nella punta estrema del sud America, vegetavano pure alle Kerguelen Islands, lontane centinaia di Km dalla Terra del Fuoco, in pieno oceano Atlantico.
Darwin ipotizzò che i semi potessero viaggiare in mare attraverso le correnti, ma all'epoca l'acqua salata era ritenuta nociva per semi e piante. Allorò fece un esperimento. Mise 87 tipi di semi diversi in acqua salata per un mese. Con tale esperimento, intendeva dimostrare che un seme può "navigare" per molto tempo in mare, sino a colonizzare luoghi lontani. L'esperimento, ripetuto più volte, gli diede ragione e alla fine osservò che una percentuale di semi, riusciva sempre a germinare.
Successivamente cominciò a frequentare i bassifondi di Londra e si iscrisse a due club di allevatori di colombi. In questo periodo imparò molte cose dagli allevatori, e scrisse:

"da quando sono stato ammesso in due club londinesi di allevatori di piccioni, ho rivcevuto grande aiuto da molti esperti selezionatori"

Un allevatore confidò a Darwin di poter selezionare un nuovo piumaggio in tre anni, e testa e becco differente in sei anni. Allora, dal momento che in natura, non si ha nessun intervento umano, Darwin cercò di capire quale o quali fattori plasmassero le specie. Ebbe proprio in questo periodo un idea geniale. Capì che è la selezione naturale ad intervenire, a decidere il destino delle specie e a favorire o meno la trasmissione dei caratteri alle nuove generazioni. Allora, ricordiamolo, i termini selezione e naturale, non erano così chiari.
Ideò allora un esperimento volto a dimostrare tutto questo, basato su un suggerimento dell'economista Thomas Maltus, che descrisse a Darwin il caso dei poveri di Londra, affermando: "In 25 anni, se eventi come malattie, guerre e carestie non causassero la morte di molte persone, queste, in un quarto di secolo, raddoppierebbero sino a rendere invivibile il pianeta".
Nel suo esperimento, Darwin, spogliò il suo giardino di una zolla da 60 x 90 cm. Non vi piantumò nulla, si limitò ad osservarla per sei mesi, raccogliendo dati sul numero delle piantine germogliate, morte e sopravvissute. In quest'occasione scrisse:

"E' difficile da credere, ma nei tranquilli boschi e campi ridenti, si svolge una guerra feroce per quanto silenziosa"

Arrivò a calcolare che il tasso di mortalità ammontava al 62% e che le piantine appena germogliate erano decisamente più vulnerabili. Le piantine con caratterisiche tali da garantire loro una maggior probabilità di sopravvivere, saranno poi quelle che potranno moltiplicarsi.
Darwin si rese conto che la sua teoria, allargando il contesto, poteva essere estesa a qualsiasi ambiente. Solo l'animale più adatto, con le caratteristiche più adatte all'ambiente, è in grado di sopravvivere e trasmetterle poi alle generazioni successive.
Ma il punto debole della sua teoria era il tempo!
L'evoluzione si manifesta nell'arco di milioni di anni, e all'epoca, studi teologici basati sulla Bibbia, attribuivano al pianeta solo 6.000 anni di età. Darwin allora, che aveva un'ottima preparazione in geologia, cominciò a studiare le colline e le falesie gessose della sua zona. Senza entrare nei dettagli, stabilì che la terra era ben più vecchia, arrivando a stimare l'età del pianeta in 300 milioni di anni circa.
Naturalmente, Darwin, pur intuendo che l'evoluzione procede lentamente nell'arco di milioni di anni, cercava prove inoppugnabili. Se una razza di animali discende da una specie selvatica, quest'ultima da dove arriva? Intuì che alla base di quello che oggi chiamiamo albero filogenetico (sarebbe meglio usare il termine cespuglio filogenetico, come fece lo stesso Darwin,) vi è un comune antenato che ha originato poi le altre specie, in ambienti differenti e con differenti pressioni selettive. A Darwin, mancava proprio la prova fondamentale, la prova chiara e lampante dell'esistenza di un comune antenato.
Nel 1851 all'Esposizione Universale di Londra furono esposte le prime ricostruzioni fossili dei dinosauri, scoperti pochi anni addietro. Se molti pensarono ad animali tagliati fuori dall'arca di Noè, Darwin intuì che i fossili rappresentavano una prova indiscutibile della sua teoria. Ma la scarsità dei reperti di allora, e la mancanza di forme intermedie (quelli che oggi molti si ostinano a chiamare anelli di congiunzione, immaginando erroneamente l'evoluzione come un processo lineare), fecero fare a Darwin un passo indietro.
Allora pensò di confrontare i disegni di embrioni di specie diverse per evidenziarne delle analogie. Scoprì allora, che un embrione umano di 4 settimane ha sia la coda che l'arco branchiale, esattamente come un embrione di cane e di altri mammiferi, prova inconfutabile della teoria dell'evoluzione, e scrisse:

"...l'embriologia, per me, offre il tipo di prova più valida a sostegno del mutamento delle forme di vita...."

Darwin dedusse che tutte le specie sono correlate e discendono da un comune e antichissimo antenato. Tale idea si concretizzò nel disegno dell'albero della vita, annotato sui suoi taccuini molti anni prima. Le origini di tutti i viventi possono essere rintracciate in quello che lui chiamò 'un piccolo tiepido stagno: l'origine delle specie'.
Darwin da buon perfezionista, conservò il suo prezioso manoscritto in un cassetto di una credenza del sottoscala, in attesa di idee nuove e originali da inserirvi. Ma temeva anche le reazioni del mondo accademico, poiché le sue rivoluzionarie idee escludevano l'intervento divino da ogni aspetto della biologia.
Ma nell'estate del 1858, un naturalista, Alfred Russel Wallace, inviò una bozza di una sua idea ad un collega, che passò poi a Darwin. Darwin rimase sconvolto, Wallace aveva elaborato la sua stessa teoria. In quest'occasione scrisse:

"Non mi era mai capitata una simile coincidenza, se Wallace avesse letto la bozza del mio manoscritto, stesa nel 1842, non avrebbe potuto farne un riassunto migliore"

Dopo 20 anni di osservazioni ed esperimenti, Darwin rischiò di perdere tutto il suo lunghissimo lavoro. Nel 1858, a Londra, Darwin e Wallace presentarono insieme le loro teorie, ad un ristretto gruppo di scienziati, che tuttavia non colsero la vastità e le implicazioni delle loro scoperte. E subito dopo, Darwin, in soli 16 mesi, raggruppò le sue idee e i suoi esperimenti in un libro, pubblicato finalmente il 24 novembre 1859.

LA FAUNA DELLE GALÀPAGOS

Le acqua delle Galàpagos ospitano oltre 440 specie di pesci suddivisi in 112 famiglie (fonte: Jack S. Grove & Robert J. Lavenberg - The fishes of the Galàpagos Islands), più altre 14 erratiche. Ben 44 specie sono endemiche dell'arcipelago. Fonti recenti parlano invece di 450 specie.

GRUPPO - pesci cartilaginei FAMIGLIA GENERE SPECIE ENDEMISMO NUOVA SPECIE % ENDEMISMI
Heterodontiformi
Orectolobiformi
Lamniformi
Carcariniformi
Squaliformi
Raiformi
Milobatidiformi
1
1
2
4
1
3
3
1
1
3
9
2
3
7
1
1
4
20
2
3
10
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
3
0
0
1
-
-
-
-
-
-
-
GRUPPO - pesci ossei
Albuliformi (Albuliformes)
Anguilliformi (Anguilliformes)
Clupeiformi (Clupeiformes)
Gonorinchiformi (Gonorynchiformes)
Aulopiformi (Aulopiformes)
Gadiformi (Gadiformes)
Ofidiformi (Ophidiiformes)
Batrachoidiformi (Batrachoidiformes)
Lofiiformi (Lophiiformes)
Gobiesociformi (Gobiesociformes)
Beloniformi (Beloniformes)
Ateriniformi (Atheriniformes)
Bericiformi (Stephanoberyciformes)
Singnatiformi (Syngnathiformes)
Scorfeniformi (Scorpaeniformes)
Acanturidi (Acanthuridae)
Ammoditidi (Ammodytidae)
Blennidi (Blennioidei)
Callionimidi (Callanthiidae)
Gobioidei (Gobioidei)
Labroidi (Labroidei)
Mugiliformi (Mugiliformes)
Percoidei (Percopsiformes)
Polinemoidi
Scombridi (Scombrolabracoidei)
Stromatoidi (Chaetodontidae)
Trachinoidi (Trachinoidei)
Tetraodontiformi (Tetraodontiformes)
Pleuronectiformi (Pleuronectiformes)
2
5
2
1
1
3
3
1
3
1
3
1
1
3
3
3
1
5
1
3
3
1
23
1
6
3
2
6
5
2
26
8
1
1
3
9
1
5
2
14
2
2
5
9
4
1
16
1
11
17
4
82
1
16
5
3
18
8
2
37
10
1
2
3
12
1
6
3
23
2
3
7
13
6
1
20
1
13
29
6
126
1
22
10
3
29
10
0
4
1
0
0
0
6
0
1
1
0
0
0
0
1
0
0
11
0
3
0
1
10
0
1
0
0
1
0
0
0
2
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
2
0
0
3
0
11
0
0
0
0
3
0
-
10.8
10.0
-
-
-
50.0
-
16.7
33.3
-
-
-
-
7.7
-
-
55.0
-
23.1
-
16.7
7.9
-
4.5
-
-
3.4
-
TOTALE 112 304 444 41* 27 9.2

Tabella tratta da: Jack S. Grove & Robert J. Lavenberg - The fishes of the Galápagos Islands.
* Attualmente gli endemismi noti sono 44.
Il suffiso -idae (es Acanthuridae), indica la famiglia; il suffisso -idei (es Blennioidei) indica un sottordine; il suffisso -formes indica l'ordine.

Sula nebouxii Sula nebouxii

Nell'arcipelago vivevano un tempo sette specie native di ratti, ma l'arrivo del ratto nero determinò la scomparsa, causa la trasmissione di malattie, di ben 5 specie, e solo due, per ragioni poco note, sopravvivono ancora. Una specie, Oryzomys galapagoensis bauri, vive prevalentemente sull'isola di Santa Fè. La sottospecie O. galapagoensis galapagoensis è scomparsa dall’isola di San Cristóbal, dopo il 1835.

Tra gli uccelli ricordiamo il falco delle Galàpagos Buteo galapagoensis, la rarissima procellaria Pterodroma phaeopygia, in pericolo di estinzione, la fregata Fregata minor, il cormorano Phalacrocorax harrisi, la sula Sula nebouxii e il barbagianni Tyto alba punctatissima. Infine il pinguino delle Galàpagos, Spheniscus mendiculus, che è la specie di pinguino che vive più a nord in assoluto.

Tra gli insetti da ricordare la nerissima Xylocopa darwini, e i velocissimi ocean skater (Halobates robustus), incapaci di volare ma di muoversi velocissimi sulla superficie dell'acqua, in prossimità delle mangrovie, alla rispettabilissima velocità di 1.5 metri al secondo. Bellissima la falena Hyles lineata.

L'iguana della lava o tropidura delle Galápagos (Tropidurus albemariensis = Conolophus subcristatus) è famosa per la sua livrea, visibile anche da lontano. Le femmine hanno la testa rossa, mentre quella dei maschi è gialla. Oltre a questa, alle Galàpagos vivono altre due specie di iguane terrestri, Conolophus pallidus e l'iguana rosa che vive solo sull'isola di Wolf. Da menzionare l'unica specie di iguana marina del mondo, Amblyrhynchus cristatus, che abbiamo trattato anche qui. Lunga sino a 1 metro, è l'unico sauro che si nutre in mare. Gli adulti infatti, passano da 10 a 60 minuti in acqua alla ricerca di cibo, i piccoli invece preferiscono nutrirsi delle alghe che crescono nella zona di marea, per evitare che la loro temperatura corporea scenda troppo rapidamente.
Le popolazioni di iguane delle diverse isole sono diverse. Varia la colorazione, in base del tipo di alghe che mangiano, e varia soprattutto il peso, che va da 1 Kg per le iguane di Genovesa, a oltre 10 Kg per quelle dell'isola di Fernandina. I maschi, durante la stagione degli amori, ingaggiano lotte furiose e spettacolari, all'interno dei territori che delimitano. Le femmine invece, appaiono più tranquille e condividono i siti di nidificazione poiché scarseggiano i luoghi adatti.

Amblyrhynchus cristatus Amblyrhynchus cristatus

Tra i mammiferi marini citiamo i bellissimi, è un pò aggressivi, leoni marini delle Galàpagos, Zalophus californianus wollebaeki. Maschi e femmine si distinguono, oltre che per le dimensioni, anche per la livrea. Sono animali molto grandi, possono infatti superare il peso di 300 Kg.

Marea rossa alle Galapagos Galàpagos, panorama e marea rossa.

La Geochelone nigra o testuggine delle Galàpagos, è la più grande testuggine del mondo, può arrivare a pesare tra i 180 e i 250 Kg per 1.2 - 1.5 metri di lunghezza. Sull'arcipelago esistono molte sottospecie (alcune sono estinte da tempo). Si ritiene che le sottospecie fossero 14 o 15 (tuttavia il loro numero varia in base alla fonte, e alcune parlano adirittura di 17). La sottospecie Geochelone nigra spp abingdoni, è nativa di Pinta Island, e ora è rappresentata da un unico esemplare, chiamato George. Alla sua morte, la sottospecie si estinguerà.
Quando l'uomo giunse sulle isole, si ritiene che vi fossero circa 100.000 testuggini. Per millenni, questi rettili non hanno mai subito la predazione da parte di altri animali, e i bucanieri, i marinai e gli equipaggi di passaggio hanno così trovato prede facili da catturare e sterminare. Le testuggini risultarono vulnerabili anche perchè raggiungono la maturità sessuale molto tardi, tra i 20 e i 30 anni di età. Non depongono molte uova, da 2 ad un massimo di 20, deposte in una buca poco profonda. Purtroppo i nuovi nati sono spesso predati dai ratti neri e dai gatti, mente l'intera popolazione di testuggini è in competizione per le risorse con il bestiame locale.
Le testuggini si nutrono di circa 50 specie diverse di piante. La forma del guscio varia in funzionen della dieta. Gusci convessi sono tipici di sottospecie che si nutrono di sola erba, mentre gusci concavi o insellati sono tipici di sottospecie che possono alzarsi e allungarsi per nutrirsi del fogliame delle piante.

Quando nel 1969 furono istituiti il Parco Nazionale delle Galàpagos e la Charles Darwin Research Station, molte sottospecie erano gia al collasso.
Nel 1971, quando il progetto per salvare le testuggini giunse anche a Pinta Island, fu rinvenuto Lonesome George, più semplicemente George, l'ultimo esemplare della gia citata Geochelone nigra spp abingdoni. Il termine "lonesome" (solitario), indica appunto l'ultima dell sottospecie. Furono fatti molti tentativi per accoppiare George con esemplari femmina provenienti da Wolf Volcano della Isabela Islands.
Tuttavia per oltre 30 anni non accadde nulla, solo nel 2008 furono trovate delle uova, ma poi, purtroppo, si appurò che non erano state fecondate.

Testuggine delle Galàpagos Geochelone nigra (Quoy & Gaimard, 1824) Fonte: IUCN. 12 sottospecie in totale
  Sottospecie
Sinonimi
Stato
  Geochelone nigra abingdoni (Günther, 1877)
Abingdon = Pinta Island
G. nigra (Rothschild, 1901) - Testudo becki (Rothschild, 1901) - T.elephantopus abingdonii (Mertens & Wermuth, 1955) - G. elephantopus abingdoni (Pritchard, 1967) - G. nigra abingdoni (Iverson, 1992) - G. elephantopus abingdoni (Swash & Still, 2000) - G. abingdoni (Valverde, 2004) - G. abingdonii (Cisneros-Heredia, 2006) - G. abingdoni (Poulakakis et al. 2008). 1
  G. nigra chathamensis (Van Denburgh, 1907)
NE Chatham = San Cristobal
G. nigra (Van Denburgh, 1907) - T. chathamensis (Van Denburgh, 1907) - T. chathamensis (Van Denburgh, 1907) - T. elephantopus chathamensis (Mertens & Wermuth, 1955) - G. elephantopus chathamensis (Pritchard, 1967) - G. nigra chathamensis (Iverson, 1992) - C. nigra chathamensis (David, 1994) - G. elephantopus chathamensis (Swash & Still, 2000) - G. chathamensis (Cisneros-Heredia, 2006) - G. chathamensis (Poulakakis et al. 2008) ext 1933 1
  G. nigra becki (Rothschild, 1901)
N Albemarle = Isabela Island
G. nigra (Rothschild, 1901) - T. becki (Rothschild, 1901) - G. elephantopus becki (Pritchard, 1967) - C. nigra becki (David, 1994) - G. elephantopus becki (Swash & Still, 2000) - G. becki (Cisneros-Heredia, 2006) - G. becki (Poulakakis et al. 2008) 2
  G. nigra darwinii (Van Denburgh, 1907)
James = San Salvador Island
G. nigra (Van Denburgh, 1907) - T. darwini (Van Denburgh, 1907) - T.elephantopus darwini (Mertens & Wermuth, 1955) - G. elephantopus darwini (Pritchard, 1967) - G. nigra darwini (Iverson, 1992) - C. nigra darwini (David, 1994) - G. elephantopus darwini (Swash & Still, 2000) - G. darwini (Cisneros-Heredia, 2006) - G. darwini (Poulakakis et al. 2008) 3
  G. nigra hoodensis (Van Denburgh, 1907)
Hood = Espanola
G. nigra (Van Denburgh, 1907) - T. hoodensis (Van Denburgh, 1907) - T.elephantopus hoodensis (Mertens & Wermuth, 1955) - G. elephantopus hoodensis (Pritchard, 1967) - G. nigra hoodensis (Iverson, 1992) - C. nigra hoodensis (David, 1994) - G. elephantopus hoodensis (Swash & Still, 2000) - G. nigra hoodensis (Hill, 2004) - G. hoodensis (Cisneros-Heredia, 2006) - G. hoodensis (Poulakakis et al. 2008) 3
  G. n. duncanensis (Garman in Pritchard, 1996) G. nigra (Garman in Pritchard, 1996, Günther, 1875) - T.ephippium (Günther, 1875) 1
  G. nigra microphyes (Günther, 1875)
NC Albemarle = Isabela
G. nigra (Günther, 1875) - T. microphyes (Günther, 1875) - G. elephantopus microphyes (Pritchard, 1967) - C.elephantopus microphyes (Obst, 1985) - G. nigra microphyes (Iverson, 1992) - C. nigra microphyes (David, 1994) - G.elephantopus microphyes (Swash & Still, 2000) - G. microphyes (Cisneros-Heredia, 2006) - G. nigra (Fritz & Bininda-Emonds, 2007) - G. microphyes (Poulakakis et al. 2008) 2
  G. nigra vicina (De Sola, 1930)
Cerro Azul su S Albemarle = Isabela Island
G. nigra (De Sola, 1930) - T. vandenburghi (De Sola, 1930) - T. vicina (Günther, 1874) - G. vicina (Ernst & Barbour, 1989) - G. nigra vicina (Iverson, 1992) - C. nigra vicina (David,1994) - G. vicina (Cisneros-Heredia, 2006) - G. vicina (Poulakakis et al. 2008) 2
  G.nigra güentheri (Baur, 1889)
Sierra Negra area SE Albemarle = Isabela
G. nigra (Baur, 1889) - T. güntheri (Baur, 1889) - G. elephantopus guntheri (Pritchard, 1967) - C. elephantopus guentheri (Obst, 1985) - G. nigra guntheri(Iverson, 1992) - C. nigra guntheri (David, 1994) - G.elephantopus guntheri (Swash & Still, 2000) - G. guntheri (Cisneros-Heredia, 2006) - G. guntheri (Poulakakis et al. 2008) 3
  G. nigra nigra (Quoy & Gaimard, 1824) G. nigra (Baur, 1889) - T. galapagoensis (Baur, 1889) - T.güntheri (Baur, 1889) - T. macrophyes (Garman, 1917) - T.elephantopus elephantopus (Mertens & Wermuth, 1955) - G. elephantopus elephantopus (Pritchard, 1967) - C.elephantopus elephantopus (Obst, 1985) - C.nigra nigra (David, 1994) - G. elephantopus elephantopus (Swash & Still, 2000) - ext 1850 1
  G.nigra vandenburghi (De Sola, 1930)
Volcan Alcedo on C Albemarle = Isabela
G. nigra (De Sola, 1930) - T. vandenburghi (De Sola, 1930) - G.elephantopus vandenburghi (Pritchard, 1967) - G. vandenburghi (Ernst & Barbour, 1989) - G.nigra vandenburghi (Iverson, 1992) - C. nigra vandenburghi (David, 1994) - G. elephantopus vandenburghi (Swash & Still, 2000) - G. nigra vandenburghi (Màrquez et al. 2004) - G. vandenburghi (Cisneros-Heredia, 2006) - G. vandenburghi (Poulakakis et al. 2008) 2
  C. nigra porteri (Rothschild, 1903)
Indefatigable = Santa Cruz
G. nigra (Rothschild, 1903) - G. nigra nigrita (Dumèril & Bibron, 1835) - T. porteri (Rothschild, 1903) - T.elephantopus nigrita (Mertens & Wermuth, 1955) - G. elephantopus porteri (Pritchard, 1967) - G. porteri (Ernst & Barbour, 1989) - G. nigra nigrita (Iverson, 1992) - C. nigra nigrita (David, 1994) - G. elephantopus porteri(Swash & Still, 2000) - G.nigrita (Cisneros-Heredia, 2006) - G. porteri (Poulakakis et al. 2008) 3

1: ESTINTA; 2: VULNERABILE; 3: IN PERICOLO; ext: estinta.
Altre classificazioni riportano altre sottospecie come Chelonoidis nigra ephippium (Günther, 1874) dell'isola di Duncan (Pinzon), Chelonoidis nigra nigrita (Dumèril & Bibron, 1835) e Chelonoidis nigra phantastica (Van Denburgh, 1907), dell'isola Narborough (Fernandina). Chelonoidis nigra nigrita è sinonimo di C. nigra porteri (Rothschild, 1903), ultima sottospecie della tabella sopra.

Mappa distribuzione testuggini Galàpagos

Mappa relativa alla distribuzione delle testuggini delle Galàpagos. Tratta da Poulakakis et al., 2008.

Il sally Lightfoot crabs o Grapsus grapsus è il granchio più conosciuto delle isole. Gli esemplari giovani sono scuri, neri o marrone-nero, così risultano essere poco visibili ai predatori. Gli esemplari adulti si colorano invece di un bel rosso vivace. Possono raggiungere una larghezza di 8 cm., e si nutrono di pesce morto presso le pozze d'acqua che si formano in prossimità delle coste laviche.

LA FLORA DELLE GALÀPAGOS

Le isole, di origine vulcanica, a prima vista sembrano aride e spoglie, tuttavia vi sono ben 560 specie di piante, di cui circa un terzo endemiche. Vi sono specie uniche di caffè, cotone, peperoncino, passiflora e pomodoro.
In tutto, sulle isole, si contano sette generi endemici, come il genere Scalesia, che comprende l'albero margherita, il genere Brachycereus, che comprende il cactus della lava e il genere Jasminocereus, che comprende il cactus candelabro.
Solo durante la stagione delle piogge le Opuntie (sei specie in tutto l'arcipelago), si coprono di fiori.
A Rarotonga e a Juan Fernandez, la famiglia delle Compositae ha dato il via a numeroise radiazioni adattative. Anche le Euphorbiaceae sono ben rappresentate, con 35 specie, e le Malvaceae con oltre 20 specie.
Lungo la linea di costa crescono diverse specie che ben sopportano la salinità. Tra queste ricordiamo la comune salt bush (Cryptocarpus pyriformis), e Sesuvium portulacastrum. Lungo le coste di Santa Cruz crescono le black mangroves o Avicennia germinans, associata spesso a Batis maritima. Comuni le buttom mangrove (Conocarpus esectus) e le famose beach morning-glory (Ipomoea pes-caprae).
La gia citata Avicennia germinans e le mangrovie rosse Rhizophora mangle sopportano bene l'acqua salata e vengono perennemente coperte dai flussi delle maree.
Le Cactaceae, come è noto, sono originarie del continente americano, ma si trovano anche alle Galàpagos. Ecco un elenco delle cactacee che crescono sull'arcipelago, importanti come alimento per molti animali:

RON, LO SQUALO DELLE GALÀPAGOS

A Giugno del 2010, la Sea Shepherd Conservation Society Galapàgos, ha lanciato una campagna di educazione per creare consapevolezza nei bambini e giovani locali sull'importanza degli squali nella Riserva Marina omonima. Ron, lo squalo, è diventato la star della campagna. Ron lo squalo delle Galapagos
La campagna si è conclusa il 14 di Gennaio 2011, con la presentazione del libro "Tiburones de Galápagos" (gli Squali delle Galàpagos). L'evento si è tenuto al Puerto Ayora City Hall sull'Isola di Santa Cruz, dove si trova l'ufficio di Sea Shepherd Galàpagos, ed è stato seguito da studenti, insegnanti, e rappresentanti delle autorità locali. Hanno partecipato all'evento anche i media locali.
Ron è stato creato come mascotte della campagna dall'educatrice ambientale Alejandra Mejia, con l'aiuto di Malena Garcia, la coordinatrice del progetto Sea Shepherd Galàpagos. Ron è uno squalo delle Galapàgos che è venuto dalle profondità del mare per raccontarci il meraviglioso mondo degli squali.
L'immagine e la voce di Ron sono state promosse durante i sei mesi di campagna, con degli spot alla stazione della radio locale Zaracay, e grazie alla pubblicazione di 12 pubblicità sul giornale locale El Colono. Gli studenti che hanno seguito la campagna hanno partecipato a "Il mio libro sugli squali", una competizione nella quale 22 studentie 2 insegnanti, provenienti dalle scuole locali Loma Linda e Thomas de Berlanga, venivano ricompensati con dei tour progettati per far famigliarizzare i bambini con la vita marina delle Galàpagos. Alcuni tour operator e alberghi locali hanno donato questi tour come premio.
Il libro "Tiburones de Galápagos" (gli squali delle Galàpagos) sintetizza la ricerca dei suoi autori: Alejandra Mejia e Melena Garcia, e presenta il loro lavoro in una forma gradevole e di intrattenimento fruibile da persone di tutte le età. Il libro è pieno di informazioni utili, illustrazioni e foto donate da fotografi subacquei.
La prima fase di questo progetto è stato completato, ed è stato un gran successo. La seconda fase si apre con più sfide dato che intendiamo diffondere la campagna anche alle persone che abitano le altre isole delle Galàpagos incluse le isole Isabela, San Cristóbal, e Floreana.
Sea Shepherd è immensamente grata alla LUSH (cosmetici fatti a mano) per aver creduto nell'iniziativa e per aver finanziato questo progetto importante per l'educazione e per la consapevolezza. Paragrafo tratto da Sea Shepherd Italia.

DA RICORDARE

Nel 2001 una nave cisterna si scontrò contro una barriera corallina, a San Cristóbal. Ne fuoriuscirono 150.000 galloni di carburante. Solo per fortuna le correnti portarono la chiazza di carburante in mare aperto, lontano dalle isole. Salvi solo per un pelo la flora della costa e animali che non esistono altrove nel mondo.
Nel febbraio del 2015 un altro incidente ha coinvolto una nave cisterna, la Floreana, la quale ha versato in mare combustibile e altri materiali tossici. Vedi qui.

 

FOTOGALLERY, di Naoko Funakoshi

SITOGRAFIA

BIBLIOGRAFIA

ALTRE RISORSE